Giunse a Bar Bazzanti, un noto locale del quartiere storico, dove avrebbe dovuto incontrare tal Salvatore Marruzzino. All’ingresso due marinai vociferavano e ridevano; lasciò andare la maniglia della porta che si chiuse da sé, emettendo un sinistro rantolio per poi oscillare come se fosse dotata di vita propria. Si accomodò pigramente a un tavolo, e subito dopo arrivò Marruzzino foderato in una camicia che si intonava alla perfezione con il color mogano delle pareti. Aveva con sé una copia di Briciole di uomo, una eclettica raccolta di poesie di Eufrasio, da presentare il giorno successivo alla Gran guardia, un edificio borbonico a un tiro di schioppo dal bar. Una location inusuale oltre che densa di angosciose presenze, forse riconducibili a fantasmi di soldati borbonici. La presentazione dell’opera sarebbe avvenuta attraverso un mix di musica e lettura. Una audace sovrapposizione o meglio, un’interfaccia tra letteratura e musica: due aspetti diversi del medesimo processo cognitivo. Semplicemente, era l’Universo che parlava attraverso codifiche differenti.

Marcello Colozzo

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