Arnaldo da Brescia (circa 1090 – 1155) fu un monaco agostiniano e riformatore religioso che invitò la Chiesa a rinunciare alle sue ricchezze e partecipò al fallito esperimento del Comune di Roma del 1143.  

Esiliato almeno tre volte e infine arrestato, Arnaldo fu impiccato per ordine papale; i suoi resti furono bruciati postumamente e le ceneri gettate nel fiume Tevere. Sebbene abbia fallito sia come riformatore religioso che come leader politico, i suoi insegnamenti sulla povertà apostolica si diffusero dopo la sua morte tra gli “Arnaldisti” e, più ampiamente, tra i Valdesi e i Francescani Spirituali, sebbene nessun suo scritto sia sopravvissuto alla condanna ufficiale. I protestanti lo considerano uno dei precursori della Riforma.

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A cura di Antonio Ferraiuolo

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