I fantasmi di due cavalli si rincorrevano lungo l’angusto sentiero. E accanto a me non c’era nessuno. Scesi per la strada principale della città che a quell’ora era deserta. Svoltai a destra per entrare in un vicolo cieco, passando accanto alla fermata dell’autobus. Due soldati con uniforme grigia e bottoni dorati risero all’unisono. Provenivano da un universo parallelo. Dall’autobus scese lei, vestita in modo bizzarro. Il contachilometri segnava una velocità superiore a quella della luce. Le lancette dell’orologio invertirono la marcia, scandendo il tempo a ritroso, mentre il calendario segnò una data inconcepibile. Rombo di motori: l’autobus partì, mentre cambiò numero di targa infinite volte, riproducendo la distribuzione dei numeri primi.

Tratto da Proxima di Marcello Colozzo (di prox pubblicazione)

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