Spettrali presenze vomitate da devastanti modulazioni sinaptiche, appaiono in ipersogni virtuali innescati da oscuri meccanismi onirici. In uno di essi mi trovavo nei pressi di un ex-supermercato della Città Decadente, dove la mia attenzione venne all’improvviso catturata da un locale aperto al pubblico. Una folla eterogenea si accalcava all’ingresso: era una chiesa dove si praticava un qualche rito cristiano. All’interno era disposto un altare che richiamava quello di una chiesa nelle immediate vicinanze. All’improvviso una donna mi sussurrò all’orecchio un nome impronunciabile, mentre un sacerdote con in capo una parrucca stile 700, faceva il suo ingresso camminando quasi sospeso nell’aria e ortogonalmente all’altare.
Tratto da Degeometrizzando eternamente Vol. II: Una recensione visionaria dell’opera di Antonio De Nardis
Nell’immagine: la Selva dei suicidi, 2014. Acrilico su cartoncino tipografico 40×30 di Antonio De Nardis.
