In realtà la spogliarellista era un’aliena. In che modo Rudi giunse a questa bizzarra quanto inverosimile conclusione? Sappiamo solo che in quel periodo egli si interessò al cosiddetto non local SETI, che si differenziava dal famoso programma SETI dedicato alla ricerca di vita intelligente di origine extraterrestre. La variante non local, infatti, includeva effetti dovuti a fenomeni di entanglement quantistico. Nello specifico, si trattava di una sorta di telepatia anche se non si realizzava una trasmissione di pensiero nel senso fisico del termine. Piuttosto, una intelligenza aliena che si trovava a milioni di anni luce di distanza, riusciva – via entanglement quantistico – a modulare il profilo bio elettrico del cervello degli abitanti di un altro pianeta. Per profilo bio-elettrico si intendeva l’insieme degli impulsi elettrici che attraversano un cervello (umano, animale, artificiale, extra-terrestre). Nel caso umano, era nota una classificazione che ordinava i predetti impulsi in onde alfa, beta, theta, etc. In particolare, le onde alfa erano state oggetto di numerosi studi da parte dei neurofisiologi, in quanto tali impulsi erano stati misurati tramite ECG e risonanza magnetica, nei cervelli di soggetti che praticavano la meditazione trascendentale. Le onde alfa corrispondevano, dunque, a profondi stati di rilassamento. Ciò avveniva solitamente, attraverso la ripetizione spontanea di un cosiddetto mantra (una sillaba del tipo OM, RAM). La ripetizione di un mantra sembrava, dunque, la chiave per raggiungere profondi stati di rilassamento. Ma il mantra della spogliarellista aveva tutt’altro scopo…

Marcello Colozzo

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