Non ricordo la strana forma geometrica disegnata dalla luce lunare sullo specchio d’acqua del lungomare del quartiere storico. Era sera, anche se il mio orologio atemporale marcava un non-tempo che non passava mai… Un giorno qualcuno mi raccontò che lì c’erano le mura, e in quell’istante atemporale le stavo cavalcando. Il fantasma frattale di un soldato borbonico mi guardò di sbieco. Salendo le scalette dei giardinetti incontrai il prof. con il cane (qualche giorno prima gli avevo regalato una copia dei miei libri). Parlammo a lungo dell’alta densità di contenuti in stridente contrasto con l’assenza di potenziali lettori, più orientati verso argomenti frivoli e superficiali.
