«Intendi dire una persona che si è amata in vita?» gli chiese a bruciapelo lo psichiatra, quasi agganciandolo con gli occhi come se avesse voluto decifrare chissà quale segreto.
«No no» rispose calmo Axel, «mi riferivo a una persona vissuta in altri tempi…»
«Va avanti…» lo spronò il medico che nel frattempo si era alzato dalla scrivania avvicinandosi alla finestra che dava sulla rumorosa arteria principale della città.
«Si tratta del fantasma di una donna, ovviamente» riprese Axel.
«Giovane?»
«Sì. Sembrerebbe sulla trentina»
«Non potrebbe trattarsi di una persona in carne ed ossa?» osservò incredulo lo strizzacervelli.
«Le persone non appaiono e scompaiono all’improvviso… L’ho sempre incontrata nei pressi di Porta Carlo III. E poi…»
«E poi?»
«Indossa abiti tipici della seconda metà dell’800. Uno stile borbonico, per intenderci. Ho chiesto a uno storico del luogo, tale Antonio Ciano, il quale ha asserito che non è a conoscenza storie di donne trucidate nei pressi della Porta…»

continua

Marcello Colozzo

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