Erano quasi le 21. Si mise lo zaino a tracolla e uscì dal Dipartimento, dirigendosi verso il piazzale della vecchia stazione dove aveva parcheggiato la mountain bike. L’arrivo di un sms quasi lo scosse dal torpore della serata. Era stata una giornata faticosa. Pigramente prese il cellulare e lesse il messaggio.
«Auguri per il tuo settantunesimo compleanno…» riportava il messaggio. Il mittente era Marika.
Si fermò nel piazzale fissando lo schermo del telefonino. Alzò lo sguardo. Davanti a lui era parcheggiata un’utilitaria di colore rosso scuro. Lesse il numero di targa: era lo stesso della macchina di Marika!
«Non è possibile!» disse a voce alta, guardando di nuovo il cellulare. Il cielo privo di stelle era nero come l’inchiostro. Iniziò a piovere. Corse via. Inforcò la mountain bike e si diresse verso casa.
«Perché non provi a rispondere a quel messaggio?» chiese Veronica, che assieme a Tino si era fiondata a casa di Rudi.
«Non ho il coraggio…»
«Devi farlo!» intervenne Tino.
Rudi prese il cellulare e iniziò a digitare. Mostrò il telefonino a Veronica.
«Grazie per gli auguri. Ma non ho compiuto settantun anni» lesse quest’ultima. «È ok. Invialo!»
Con la mano tremante Rudi inviò il messaggio. Si appoggiò a una parete. Il tempo passava con il contagocce. All’improvviso si udì l’arrivo di un sms.
«Sono qui, all’Albatros. Ho con me il regalo per il tuo compleanno…» era scritto nel messaggio.
«Dio santo…» fece Rudi ansimando. «E cosa le rispondo, ora?»
«Dille che stai andando» suggerì Tino.
«Vuoi scherzare?»
«Stiamo vivendo in un incubo. Ma una logica dovrà pur esserci. La barista sostiene che Marika è morta un anno e mezzo fa. E i morti non inviano sms!»
«Tino ha ragione» interloquì Veronica. «Devi andare, noi ti seguiremo a distanza…»
Allora Rudi prese il cellulare e rispose al messaggio.
«Andiamo!» disse alla fine.
Scese le scalette che portavano al piazzale della vecchia stazione. I lampioni illuminavano a giorno la piazza deserta. Alzò il colletto del giubbetto per ripararsi dall’umidità della notte. I suoi passi risuonavano ovattati e la strada gli sembrava interminabile. Finalmente vide l’utilitaria rossa parcheggiata allo stesso posto. Giunse all’Albatros e con sorpresa vide che era chiuso. Tornò indietro, verso l’utilitaria. Prese il cellulare per chiamare Veronica. All’improvviso “qualcosa” gli si avventò addosso. Cadde a terra, ma riuscì comunque a svincolarsi. Una scena rivoltante si presentò ai suoi occhi. Davanti c’era Renato o meglio, ciò che era rimasto di lui. Il volto era in avanzato stato di decomposizione. Con la mandibola praticamente scoperta, gli occhi sembravano sospesi nelle orbite buie. Rudi strillò con tutto il fiato che aveva in corpo e fuggì.
Tino e Veronica gli corsero incontro.
«Cosa è successo?»
Rudi quasi si gettò sul cofano di una macchina.
«È li!!» disse con il fiatone.
«Che cosa è lì??» chiese Tino. «Cerca di calmarti…»
«Ok» rispose Rudi, passandosi una mano tra i capelli. «Nel frattempo allontaniamoci… Ho visto…»
«Hai visto?»
E così raccontò l’“incontro” con Renato.
«Chissà se i “nerds” sono riusciti a vedere qualcosa attraverso il sistema di videosorveglianza» commentò Tino, prendendo il cellulare e componendo un numero.
«Pronto» disse. «Jax, sono Tino. Puoi dare un’occhiata alla videosorveglianza dell’Albatros?»
«Ah… Ho capito…» disse, riattaccando.
«La rete del servizio di videosorveglianza è misteriosamente “crashata”…»
All’improvviso squillò il cellulare di Rudi. Era Marika. In un lampo Tino afferrò il telefonino e rispose.
«Pronto.»
Nessuna risposta. Dopo un po’ si udì il segnale di assenza di linea.
«È caduta la linea» fece Tino, componendo rapidamente il numero di Marika e inserendo il viva voce. Dopo un po’ si udì la risposta automatica del gestore telefonico che indicava la non raggiungibilità dell’utente. Stava per restituire il cellulare a Rudi, quando giunse l’sms di notifica di utente raggiungibile. Rifece istantaneamente il numero, ma risultava occupato. Allora chiamò Jax.
«Ciao Jax, sono di nuovo Tino. Potresti rintracciare un cellulare?»
«Passami il numero.»
Tino gli comunicò il numero di Marika.
«Rimani in linea» disse Jax.
Ogni secondo trascorso sembrava un’eternità. La voce di Jax ruppe quel silenzio di tomba.
«È molto strano…» iniziò.
«Cosa?»
«Le coordinate geografiche del numero che mi hai passato» fece Jax, «sono espresse da numeri complessi.»
«Il cellulare è nello spazio complesso!» interloquì Rudi, che aveva ascoltato la conversazione a viva voce. Subito dopo aggiunse…
«“Mentre io ti condurrò per mano verso le vette della Conoscenza Assoluta, il demone Kali getterà il Grande Nemico negli abissi dell’Esistenza”.»
Tino e Veronica lo guardarono perplessi.
«È un sogno di alcune notti fa…» spiegò Rudi.