A tanti anni di distanza a quel paese torno due o tre volte l’anno. A quel tufo prima imbiancato ed ora multicolore devo ancora le mie parole nuove e soprattutto quelle antiche della mia giovinezza e delle mie poesie d’amore attraverso le quali ho navigato oltre i mari d’epoca. “Scrivere d’amore — osserva qualcuno – è come fare l’amore. Non solo dire ma proprio fare l’amore”. Gli affetti scampati si preservano, intatti. Cerco di tenere aperta quella porta, infatti non serve tenerla chiusa: “la tristezza non può uscire e l’allegria non può entrare”. E talvolta per sentirne la prossimità allungo la mano sulla scrivania dove in un vasetto occhieggiano rametti di timo che raccolsi tanti anni fa a ridosso di uno dei pochi trulli superstiti. Sono ancora racchiusi in un pudore ricco di misteri e di appartenenza. Appena schiudo, sbriciolandola, una spighetta rinsecchita, tutt’intorno si effonde un’acuta fragranza di scorza d’ulivo e di fieno aromatizzato, la mia religione originaria. Il timo è una di quelle piante – ma non so se ce ne siano altre — che ignora il trascorrere del tempo. In queste pagine ho cercato di individuare – e questo intento lo avrei appreso meglio in seguito leggendo il Calvino de Le città invisibili -, in mezzo a tanti no di quel paese, come in tanti altri uguali nelle stagioni e nelle latitudini, chi e che cosa non era no, e quindi puntarci tutto me stesso per farlo durare a lungo e dargli spazio e vita. È vero, il passato è il nostro dna. Qualcuno ha osservato che la tradizione ci riporta a cercare l’origine, perché l’origine è l’appartenenza

Piero Antonio Toma, giornalista professionista, laurea con 110/110 all’Università di Napoli in Scienze Politiche con la prima tesi in Italia sulla Cina comunista. Ha lavorato per Il Sole 24 Ore. Attualmente collabora con la Repubblica. Ha fondato e diretto l’agenzia stampa lnformedia, alcuni periodici e una casa editrice. Ha scritto una quindicina di libri di narrativa, poesia e saggi meta-storici tra i quali: Storia del Porto di Napoli (Sagep, Genova 1991); Renato Caccioppoli. L’enigma (Esi, 1992, 2008), riedito nel 2022 da Castelvecchi col titolo Renato Caccioppoli – Vita di un matemattico napoletano; Il silenzio dei giusti. Napoli 1943. Il ritorno degli Ebrei (Grimaldi 2004, per il quale stato premiato in Israele e nel 2015 ha ricevuto la cittadinanza onoraria del Comune di Tora e Piccini); La ragazza che leggeva Gesualdo Bufalino (Editori Riuniti, 2013). Per l’editore Guida ha scritto Dal Mezzogiorno al Mediterraneo, il lungo tempo della rinascita (2015) e per il quale nel 2017 ha ricevuto il Premio internazionale Francesco Saverio Nitti; Napoli Porto. La nuova città (2017, a cura di); il saggio-romanzo A Sud del Sessantotto, tra storia e storie (2018). Nel 2022 esce il libro intervista a Ernesto Schiano Da Napoli nel mondo per ponti e strade. Dal 2016 al 2023 ha cura per la Compagnia dei Trovatori, la libreria Vitanova con la quale ha pubblicato le uscite annuali di Napoli in love. Nel 2023 per Passerino editore è uscito Una casa per tornare — Storie di emigrazione con la prefazione di Tony Ricciardi. Altri riconoscimenti: Trofeo Chinnici, Premio Pompei, Premio Palizzi, Premio Megaris. Inoltre scrive versi su temi di cultura e di attualità per il cantautore Lino Blandizzi.

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