Taras Bul’ba è un racconto scritto da Nikolaj Gogol’ nel 1834 e pubblicato nel 1835.
Ambientato all’incirca nell’Ucraina del XVII secolo, devastata dai tatari, governata dai polacchi e messa a ferro e fuoco dalle scorribande di cosacchi, tale racconto narra le imprese di uno dei condottieri di questi ultimi, Taras Bul’ba. Affiancato dai figli Andrej ed Ostap, assalta la città di Dubno, ma Andrej, per amore di una polacca, tradisce i suoi, passando nelle schiere nemiche. Durante uno scontro sarà proprio Taras in persona ad ucciderlo.
Ostap, intanto, viene fatto prigioniero e portato a Varsavia dove viene torturato e giustiziato. Nonostante il nuovo Etmano dei Cosacchi abbia concluso un accordo di pace con i polacchi, Taras giura vendetta, penetra in Polonia seguito dai cosacchi a lui fedeli ma, dopo scontri che lo vedono vincitore sul campo, viene fermato dal generale Potocki, alle porte di Cracovia. Catturato verrà torturato e in seguito arso vivo, legato ad un albero.
«Siamo tutti usciti dal Cappotto di Gogol’»
(Fëdor Dostoevskij)
Nikolaj Vasil’evič Gogol’-Janovskij (Mosca 31 marzo 1809 – Mosca 4 marzo 1852) è stato uno scrittore e drammaturgo russo. Gogol’ è considerato uno dei grandi della letteratura russa. Già maestro del realismo, si distinse per la grande capacità di raffigurare situazioni satirico-grottesche sullo sfondo di una desolante mediocrità umana, o di quella che è stata definita pošlost’ con uno stile visionario e fantastico tanto da essere definito da molti critici un precursore del realismo magico. Tra le opere più significative si ricordano i racconti Taras Bul’ba (1834) e Arabeschi (1835), la commedia L’ispettore generale (1836), la raccolta Racconti di Pietroburgo (1842) (in realtà cinque racconti accomunati dall’ambientazione nella capitale e nati dall’esperienza dell’autore in essa, ma soltanto successivamente riuniti in una raccolta dai critici) e il romanzo Le anime morte (1842).
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