
I migliori racconti di Howard Phillips Lovecraft (HPL, da qui in avanti) coprono il periodo 1920-1938, gli anni d’oro della fisica teorica. Infatti, agli inizi del secolo ci fu la “rivoluzione relativistica”, seguita da quella quantistica.
Il protagonista del racconto “I sogni nella casa stregata” è Walter Gilman, uno studente di fisica. Leggiamo un brano:
Si trovava nella città cristallizzata nel tempo e leggendaria di Arkham, con i suoi tetti a grappoli che s’inclinavano e si piegavano sugli attici dove le streghe si nascondevano nell’oscurità agli uomini del re, nei tempi antichi. In quella città non vi erano altri luoghi più impregnati di ricordi macabri, di quella stanza a timpano che l’ospitava
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Il brano significativo è il seguente:
Gilman non avrebbe assolutamente dovuto studiare così duramente . Né le geometrie non euclidee, né la fisica quantistica bastano a dilatare certi cervelli, e quando si mischiano questi valori con il folkrore e si tenta di scoprire uno strano retroterra di realtà muldimensionale dietro le allusioni demoniache delle storie gotiche e dietro i bisbigli timidi fatti presso l’angolo del focolare, difficilmente ci si può aspettare di essere totalmente liberi dalle tensioni mentali.
Il brano in questione è tratto dall’antologia “I racconti del Necronomicon”, comprata per pochi euro in una delle bancherelle che popolavano il quartiere storico un paio di estati fa. Lo stesso racconto compare in un’altra antologia meno recente (I miti dell’orrore). La traduzione è completamente diversa e trovo più precisa quella appena postata. Anzi, è straordinaria. Leggiamo:
Né le geometrie non euclidee, né la fisica quantistica bastano a dilatare certi cervelli
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Il termine “dilatare certi cervelli” conduce a quest’altro: “espansione della coscienza”, che si riferisce a una modulazione della percezione indotta da sostanze psicotrope come ad esempio, l’acido lisergico (LSD) reso popolare del “fenomeno hippy” quarant’anni dopo, e dagli studi rigorosi condotti dallo pischiatra polacco (naturalizzato USA) S. Grof.
Inoltre, appare chiaro che HPL conosceva molto bene le implicazioni epistemologiche indotte dalla nuova fisica. Incidentalmente, lo scrittore allude alle geometrie non euclidee, utilizzate da Einstein per la formulazione della Relatività Generale (1916). Meccanica quantistica e realtà multidimensionali sono temi ricorrenti nella narritava visionaria di HPL, per il quale la vita altro non era che una sequenza di immagini create dalla mente.
Per me i racconti di HPL costituiscono una “materializzazione” del fantastico interiore. E allora, perchè non tradurli in qualcosa di diverso dalla narrativa?”